Tipologie di DPI anticaduta
In base al rischio presente nelle lavorazioni i DPI anticaduta si possono dividere in tre tipi:
a) cintura di sicurezza per la trattenuta della persona al suo livello di lavoro: questo tipo di dispositivo è utilizzato in modo sistematico, ad esempio nel caso di lavori da eseguire su di un palo;
b) imbracatura per il sollevamento di persone: tale imbracatura è un DPI di impiego tassativo sempre nel caso di lavori in ambienti confinati che abbiano contenuto sostanze o preparati pericolosi (nocivi, tossici, infiammabili, inquinanti in genere, biologici). Sono ambienti confinati, pozzi, pozzi neri, fogne, cunicoli, camini, fosse, gallerie, tubazioni, canalizzazioni, vasche, serbatoi, reattori, forni, caldaie. In tale caso il cordino deve uscire dal passo d’uomo del recipiente affinché il soccorritore possa riportare all’esterno una persona che abbia perso conoscenza per asfissia, infortunio o altra ragione;
c) imbracatura con fune di trattenuta: questo dispositivo di protezione è indossato dalle persone che lavorano in quota e sono a rischio di caduta da dislivello (presso gronde o cornicioni, sui tetti, sui ponti sviluppabili, su opere di demolizioni e nei lavori analoghi che comunque espongono a rischi di cadute dall’alto o entro cavità, quando non possano essere applicati parapetti o impalcati di protezione. La cintura è collegata a una fune per la trattenuta; la resistenza di tutte le parti di cintura e fune (nonché quella del punto di ancoraggio) deve essere proporzionata allo strappo, il quale supera di molto il peso della persona. L’insieme dei componenti di questo sistema anticaduta deve essere complessivamente molto più robusto dei che per tipi precedenti. Di solito basta una sola fune di trattenuta, la quale va fissata a parti stabili di opere fisse o anche provvisionali, purché sicuramente capaci di resistere allo stappo violento e improvviso.
Al fine di evitare che la fune o la cintura o una bretella si rompano e che la persona subisca gravi lesioni, occorre ridurre l’altezza della possibile caduta; per questa ragione la fune di trattenuta va continuamente regolata durante il lavoro. Per la regolazione va tenuta presente la lunghezza della fune e anche l’altezza rispettiva dei due estremi della fune di trattenuta.
Nel disporre l’attacco della cintura alla fune di trattenuta è necessario seguire le seguenti regole:
a) l’attacco della fune di trattenuta al punto di fissaggio deve essere sempre più alto dell’attacco della fune alla cintura;
b) l’attacco della fune di trattenuta al punto di fissaggio deve essere verticale del punto di attacco alla cintura;
c) la lunghezza della fune di trattenuta può al massimo superare di 1,5 m la distanza tra i punti di attacco della fune stessa (attacco al punto fisso e attacco alla cintura). Limitatamente alle operazioni di montaggio e smontaggio dei ponteggi metallici fissi è ammessa una deroga alla lunghezza di 1,5 m qualora vengono utilizzate cinture di sicurezza con freno a dissipazione di energia, una guida rigida da applicare orizzontalmente ai montanti interni del ponteggio o un organo di ancoraggio scorrevole sulla suddetta guida provvisto di attacco per la cintura di sicurezza. In questo caso la lunghezza della fune di trattenuta può raggiungere i 2 m (art. 1, D.M. 28 maggio 1985).
fonte: Ingegneri.info